sabato 11 febbraio 2012

Sapiente è chi sa di non sapere

Il mondo è pieno di superbia e presunzione, tutti ci illudiamo di avere sempre la verità in pugno o siamo convinti che la verità si trovi semplicemente in superficie, in ciò che ci appare evidente. Quasi sempre quindi siamo così convinti delle nostre idee da non avere lo stimolo a scavare più a fondo. Scommetto che a tutti è capitato di pensare e ripensare a un problema, fare mille ragionamenti e cercare in tutti i modi una soluzione per risolverlo; è molto difficile e quasi sempre ci perdiamo nei ragionamenti, finendo per essere convinti che ce ne sia una sola, la più evidente. Col tempo vi sarà sicuramente capitato di sentirvi stupidi perchè di vie migliori di quella presa ce ne erano fin troppe, ma l'illusione di avere ragione non ha consentito di metterla in discussione, di sentire lo stimolo della ricerca interiore.
A proposito di questo ho scelto una frase di Socrate che dice «Sapiente è chi sa di non sapere». Questa, come tutte le massime, la troviamo spiaccicata sulle bacheche dei vari social network, perchè magari inizialmente qualcuno ha fatto un ragionamento che l'ha portato a capirla un po' più a fondo, a darle concretezza, e ha deciso di pubblicarla; e da là ecco che tutti, come al solito, hanno iniziato a fare copia e incolla della frase, o perchè gli piaceva il gioco di parole (sapiente-sa-sapere), o per solidarietà di massa, o perchè l'ha detta Socrate (e allora fidiamoci ciecamente..!); ma solo in pochi la condividono perchè hanno cercato di interpretarla! Dopo essermi documentato sul filosofo e sul suo pensiero, ho provato a dare una breve interpretazione di questa massima. Questa frase ha un significato che è più concreto di quanto spesso si pensa; io la vedo più come un invito alla ricerca, al non fermarsi sulle apparenze e sulle proprie certezze. Il sapiente di Socrate è paradossalmente chi riconosce di non avere la verità in pugno, chi è cosciente della propria ignoranza, e quindi per bisogno interiore, proprio dell'essere umano, si appresta a cercarla; e sebbene, secondo il mio punto di vista, non si possa definire del tutto "sapiente", ha certamente un punto a favore rispetto a chi, in tutta la sua presuntuosità, è convinto di ciò che per una vita ha sempre considerato verità.

domenica 27 novembre 2011

L'esigenza di un confronto

Questo blog è nato per un'esigenza: scrivere osservazioni su ciò che accade intorno a noi, visto dal mio punto di vista; è un'ottima idea quella di liberare i pensieri dalla propria mente! Mi è stato suggerito di farlo, e io il suggerimento lo giro a voi: FATELO! Liberate i vostri pensieri, le vostre riflessioni; non le lasciate morire nella vostra testa. Ok, rileggendole anni (o addirittura mesi) dopo, vi potranno risultare banali, superate da un pezzo nei vostri pensieri, ma potrete sempre confrontare le vostre riflessioni scritte mesi prima con quelle attuali (e perchè no, farvi anche due risate se erano proprio insignificanti)! E poi pensate al fatto che ciò che scrivete potrà essere una fonte storica in futuro; quando i vostri figli vi chiederanno com'era il mondo quando eravate giovani, saprete rispondere. E poi, un blog è anche un mezzo con il quale si possono allargare i propri orizzonti: basti pensare che la propria riflessione verrà letta e commentata da migliaia di persone (così si spera), e ciascuna di loro darà la propria osservazione sull'argomento; e ogni idea altrui dà quasi sempre la possibilità di riflettere ulteriormente! Che ne pensate? è o non è una buona idea quella che vi propongo?

venerdì 25 novembre 2011

Rincorrevamo la felicità...

La felicità è quel breve attimo che non riusciamo a goderci fino in fondo, ma lascia in noi un ricordo intenso; è quell'istante in cui tutti noi vorremmo che il tempo si bloccasse, che tutto il male scomparisse. Non sappiamo però, che questo male è provocato dalla felicità stessa e dal limite umano. La felicità è furba, non si fa acchiappare tanto facilmente. Noi sentiamo solo la sua scia, il suo appagante profumo: un'arma a doppio taglio si direbbe. Chi prima, chi dopo, ci cadiamo tutti nel suo tranello. Ci fa correre, correre e correre, fino a che, stanchi, siamo costretti a disprezzarla. Ma si sa, chi disprezza compra! Quindi, accecati dalla rabbia e rallentati dai nostri stessi limiti, creiamo stratagemmi con la convinzione che prima o poi riusciremo ad acciuffarla; ed è lì che vendiamo la nostra anima al diavolo. La guerra, la vendetta, la menzogna, la cleptomania, la falsità, la superficialità, l'insensibilità, la sadicità, la superbia, l'esteriorità, la violenza, l'ignavia, l'ingordigia, l'indifferenza, l'opportunismo, l'individualismo, il parassitismo, il buonismo, sono i mezzi con i quali agiamo per raggiungerla; e la perenne insoddisfazione è il loro risultato. Perchè rubare se se ne può fare a meno, se si può stare bene ugualmente? Perchè farsi la guerra, quando si può vivere in tranquillità? Perchè guardare con invidia il nuovo ricco vicino, quando prima del suo arrivo stavamo bene allo stesso modo? La verità è che abbiamo perso di vista il vero obbiettivo, che è la felicità, e con gli strumenti con i quali la cerchiamo, produciamo solo insoddisfazione e sofferenza a noi stessi e agli altri. La felicità che noi desideriamo, è forse quella che otteniamo nel vedere l'altro in difficoltà? Una felicità impura e artificiale, ma tuttavia che ha le stesse sembianze della Felicità. Questo è il problema alla base di tutto, radicato sin dal principio nel cuore dell'umanità. Probabilmente questa condizione di letizia ci si presenta abitualmente ma, essendo troppo persi nei mezzi che abbiamo progettato per raggiungerla, non la riconosciamo; e continuiamo ad abbatterci l'uno con l'altro per negarci a vicenda la possibilità di sfiorarla.